News

Meglio non bere dalla lattina


Estratto da "Repubblica, Salute dell'11 aprile 2005"


Il Ministero della Salute di recente ha ricordato a consumatori e gestori di bar le regole per evitare rischiose trasmissioni di germi.



Sono sicure le bibite in lattina con la linguetta che, dopo l'apertura, si piega all’interno? Nel 1998 il Ministero della Salute sosteneva che «il rischio infettivo non raggiungeva significatività epidemiologica».* Poche settimane fa il Ministero è tornato sull’argomento, con una circolare indirizzata a produttori, gestori di pubblici esercizi, distributori e consumatori in cui si ricorda che, se la linguetta è contaminata, c’è la possibilità di rischio igienico perché i germi possono entrare nella bevanda.



La prima regola è quindi: non bere direttamente dal contenitore; è igienicamente più appropriato versare il contenuto in un bicchiere. Il monito è rivolto non solo a chi consuma le bibite, ma anche ai bar o ai punti di ristoro ambulanti, nei quali si tende a servire le bibite in lattina senza bicchiere e anche senza cannuccia.



Pericoli limitati
Se un rischio potenziale esiste, va però detto che è limitato. Se le lattine vengono conservate in modo corretto, non vi sono problemi. Questi nascono se lo stoccaggio viene fatto all’aperto o in magazzini umidi e sporchi. Tempo fa un gruppo dell’Iss, l’Istituto Superiore di Sanità, ha condotto una ricerca controllando il livello di contaminazione presente sulla superficie di 150 lattine di vario tipo. Ne risultava un livello di pulizia generalmente buono delle lattine sia nella fase di trasporto che in quella di stoccaggio. Lo studio ha valutato anche la capacità di trasmissione di microrganismi patogeni dalla lattina alla bibita, contaminando artificialmente i coperchi di 80 lattine. Pur confermando l’effettiva possibilità di trasmissione di germi, i ricercatori precisavano che a livello epidemiologico non si erano registrati casi di questo tipo. «A distanza di qualche anno - afferma Dario De Medici, dell’Iss - la situazione è la stessa, anche se alcuni produttori applicano sulle lattine un coperchietto di plastica. Il metodo funziona e risponde alle esigenze di sicurezza dei consumatori». Il ministero raccomanda ai consumatori anche di prestare attenzione allo stato della confezione e di pulire comunque la zona in corrispondenza della linguetta. Se invece ci si accorge di aver acquistato una confezione sporca, è legittimo chiedere al gestore del punto vendita la sostituzione della merce. Quanto ai produttori, in diversi casi, come accennato, adottano un coperchietto di plastica sul tappo delle lattine; altre ditte ricoprono il set di 6 lattine con un film plastico per proteggerle da polvere e altri materiali. Questi sistemi, che incidono in misura minima sui costi, sono graditi dai clienti e rappresentano un metodo intelligente per venire incontro alle esigenze del consumatore. In altri Paesi, c’è chi propone un sistema per cui, aprendo la linguetta, sbuca una cannuccia telescopica.



Controllo
«La scelte aziendali sono varie - precisa Davide Dabiankov, direttore di Assobibe - anche perché il rischio è davvero marginale. Comunque, la regola fondamentale, e più logica, è quella consigliata dal Ministero quando ricorda di controllare la superficie della lattina prima di bere, proprio come si fa con le posate prima di iniziare a mangiare».



*La linguetta è rientrante per motivi di sicurezza.
La scelta di sostituire la vecchia linguetta a strappo da gettare via, con quella rientrante, risale alla fine degli anni ’70 e nasce in risposta alle richieste delle organizzazioni ambientaliste e dei consumatori americane. Considerando che ogni cittadino americano beve oltre 300 lattine all’anno e che molti hanno l’abitudine di gettare la linguetta per terra, negli Usa era normale trovare linguette metalliche praticamente dovunque. In particolare, le linguette di metallo finite nella sabbia causavano incidenti a chi camminava a piedi nudi sulle spiagge. In alcuni Paesi europei il nuovo sistema di chiusura delle lattine è stato introdotto nel 1985; in Italia si è iniziato a usarlo negli anni ’90.

11/04/2005